Gli Stati Uniti dagli anni ruggenti alla grande depressione
1918-01-08 00:00:00
I "Quattordici punti"
Nella trattazione della situazione in America tra gli anni ‘20 e ‘30 del ‘900, partiamo dai “Quattordici punti” del presidente Thomas Woodrow Wilson (1856 – 1924): La scelta è operata per comprendere meglio, come questa linea politica influenzerà poi gli eventi futuri. Entrando in guerra, gli Stati Uniti, previdero un programma politico ben preciso: i “Quattordici punti” (8 gennaio 1918), stilati dal presidente T. Woodrow Wilson. Con essi si prospettava una linea politica del tutto innovativa: furono resi pubblici gli obiettivi di guerra, contrariamente alla tendenza delle Nazioni europee, sostenendo con forza l’abolizione di una diplomazia segreta. I motivi cardine intorno ai quali ruotava la proposta di Wilson erano la necessità di una pace duratura, l'abolizione dei trattati diplomatici segreti, la rinuncia al riarmo illimitato, il principio di autodeterminazione dei popoli, la libertà dei commerci e della navigazione. Sostenne poi la formazione della Società delle Nazioni, una organizzazione di garanzia, che fosse in grado di mantenere gli equilibri di pace “allo scopo di procurare a tutti gli Stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie di indipendenza e di integrità territoriale.” La politica di Wilson aveva reso gli Stati Uniti una grande potenza, fiera della propria tradizione democratica e per questo politicamente avanzata. Una potenza superiore anche in senso morale ed economico perché promotrice di pace e stabilità europea. L’auspicio di una società moderna, improntata proprio su questi valori, mosse il sentimento popolare a ricercare il miglioramento della propria condizione. Durante i “ruggenti venti”, fino 1929, negli Stati Uniti, la produzione industriale era cresciuta del 75%, rispetto al 1913; contro il 10% tedesco ed il 9% inglese.
1919-03-02 10:18:15
Coco Chanel
È il 1919 quando Gabrielle Chanel apre la sua prima casa di moda. Si specializza nell’utilizzo del jersey in modelli all’avanguardia, come le gonne a vita bassa dalla pieghettatura morbida, le camicette ampie o alla marinara, le giacche dalla linea morbida o i maglioni da uomo e i cardigan da indossare sopra gonne dritte. Da questo si può capire che già dagli esordi Chanel puntava alla funzionalità degli abiti: ogni donna poteva facilmente vestirsi da sola, poiché le chiusure erano tutte a portata di mano. La prima delle importanti innovazioni di questa stilista, nei primi anni venti, va ricercata nell’introduzione della moda alla garçonne, il taglio dei capelli corto, che nacque per una fatalità: essendosi bruciata parte dei capelli con un fornello, tagliò anche l’altra parte. Esce per la prima volta sul mercato un profumo tutt’ora iconico lo “Chanel N.5”. Nel 1926 Chanel lancia per la prima volta il suo abito simbolo: “le petite robe noir”, il tubino nero. La rivista americana Vogue, elogiò da subito questa creazione, paragonandolo, per il suo design moderno, alla Ford Model T.
1919-04-14 16:07:36
Economia Statunitense
Nell'economia statunitense cresce soprattutto la produzione industriale- Soprattutto quella dei nuovi beni di consumo durevoli- cioè beni per uso privato e domestico che hanno una certa durata come l'automobile, il frigorifero, la radio, l'aspirapolvere o la lavatrice. il mercato ha un segno favorevole la domanda è in aumento la produzione cresce e se cresce la produzione anche i profitti e salari hanno un andamento positivo. I beni durevoli durano nel tempo: una volta che una famiglia ha comprato un frigorifero lo sfrutta finché può, non lo butta via dopo un mese neanche dopo un anno, ma lo usa quattro o cinque anni di seguito e qualche volta anche più a lungo. E un mercato che tende a saturarsi in fretta: esplode all'inizio, quando nessuno ha l’aspirapolvere o l'automobile e tutti vogliono acquistare questi beni: ma poi la domanda per tali oggetti tende a rallentare sempre di più man mano che le famiglie ne hanno comprato un esemplare. Di conseguenza, il tasso di crescita delle imprese in questi settori tende a rallentare. E questo rallentamento si percuote su l'economia nel suo complesso, perché industrie che producono automobili,frigoriferi, radio ecc.. chiedono meno componenti e materie prime ai settori industriali collegati
1919-10-28 00:00:00
Il XVIII emendamento e il Volstead Act
L'inizio del Proibizionismo fu sancito dalla ratifica del 18° emendamento della costituzione degli Stati Uniti e con l'entrata in vigore, il 28 ottobre 1919, della legge federale Volstead Act, con cui si definiva bevanda alcolica ogni liquido contenente lo 0,5% di alcol.
1920-01-17 00:00:00
Il Proibizionismo
Uno degli errori compiuti dagli Stati Uniti, nel periodo dei ruggenti anni '20, fu il voler mettere in atto il “nobile esperimento” del Proibizionismo. Nel corso della storia gli USA avevano già avuto esperienze pregresse con il Proibizionismo. Nella seconda parte dell’Ottocento, infatti, gli Stati Uniti erano divenuti un paese verso il quale si emigrava, soprattutto dall’Europa. Le città si riempirono di una nuova forza lavoro impiegata nella nascente industria moderna e il saloon si trasformò sempre più in un fenomeno urbano, un luogo dove giovani maschi stranieri si ritrovavano per bere. Queste masse di stranieri poveri non piacevano per nulla a una parte degli americani, che riteneva la loro presenza una fonte di corruzione per l’America “pura”. Vietare la produzione e il consumo di alcolici iniziò così a essere utilizzata da una serie di abili politici e attivisti come la questione principale su cui dividere l’elettorato statunitense: da un lato i “dry”, dall’altro i “wets”. Col passare degli anni, le file dei difensori della libertà di bere sembravano farsi sempre più sottili e il Congresso iniziò le lunghe procedure necessarie a proibire gli alcolici. Così ad ottobre del 1919 venne approvato il Volstead Act e il 17 gennaio del 1920 iniziò ufficialmente il Proibizionismo. Tra le principali conseguenze si trovano sicuramente la nascita di un vero e proprio mercato nero e, di conseguenza, il proliferare e la crescita della criminalità organizzata, con l’emergere di elementi criminali quali i gangster. Un'altra ripercussione fu che, mentre complessivamente le malattie da consumo cronico di alcol diminuirono, centinaia di persone morirono e migliaia rimasero accecate o con altri danni permanenti a causa del consumo di alcol tossico. A causa della pressione dell’opinione pubblica, oramai stanca, e delle difficoltà pratiche ed economiche nel far rispettare la legge, il 5 dicembre 1933, venne approvato il 21° emendamento che, di fatto, sancì la fine del Proibizionismo e della "guerra all'alcol".
1920-01-18 00:00:00
La criminalità e la figura dei gangster
Per la mafia il proibizionismo fu una benedizione, poiché permise ad essa di avviare un’altra attività illecita: il contrabbando di alcol. Già alle 00.59 del 17 gennaio 1920 sei uomini armati rapinavano da un treno 100mila dollari (1,3 milioni odierni) di whiskey medicinale. Dopo soli sei mesi dall’entrata in vigore del proibizionismo il valore dei distillati rubati si aggirava intorno a 500mila dollari. Durante questo periodo i gangster divennero dei veri e propri personaggi pubblici e vennero creati miti attorno alla loro figura. Basti pensare ad Alphonse Gabriel Capone, che costruì la sua fortuna e la sua fama in questo momento, arrivando a gestire dai 60 ai 100 milioni di dollari (dell’epoca) l’anno. Si era sperato che, con il proibizionismo, il crimine diminuisse, invece aumentarono omicidi, furti e rapine mentre la corruzione divenne esponenziale. Anche se molti reati coinvolgevano solo membri di gruppi criminali, era comunque un problema sociale non indifferente. Celebre è il “massacro di San Valentino” dove sette uomini di una banda irlandese a nord di Chicago vennero uccisi per conto di Capone da finti poliziotti in pieno giorno. Fu uno dei fatti di sangue più noti negli Stati Uniti.
1920-08-18 14:21:39
Voto alle donne!
"Il diritto di voto dei cittadini degli Stati Uniti non deve essere negato o ridotto dagli Stati Uniti o da alcuno Stato a causa del sesso. Il Congresso avrà il potere di far rispettare questo articolo con la legislazione appropriata". Testo del 19° emendamento della Costituzione americana.
1920-11-07 09:23:28
La Red Scare e i Palmer raids
La crescente preoccupazione verso le masse popolari giunte in America prima e dopo la fine del Primo conflitto mondiale, acuiva l’odio e il timore verso il comunismo. I “nuovi americani”, che a stento riuscirono a migliorare la propria condizione sociale partecipavano alle lotte operaie o politiche, ma talvolta anche avvicinandosi ad attività criminose. Tutto ciò inasprì la diffidenza nei loro confronti, facendo emergere sentimenti xenofobi e movimenti razzisti che rifiutavano qualsiasi ipotesi di accoglienza. La Rivoluzione Russa insegnava che l’insorgenza delle masse avrebbe potuto avere conseguenze deleterie sul piano politico, il trionfo dei bolscevichi contribuì ad alimentare il desiderio rivoluzionario dei sovversivi, nel caso dell’America degli immigrati europei. La paura che gli scioperi potessero divenire l’anticamera della rivoluzione anche negli USA si diffuse rapidamente, si trattava della “red scare” (paura dei rossi). Il governo americano tese quindi ad uniformare il pensiero ed il comportamento dei cittadini attraverso una profonda opera di americanizzazione, oltre che con la persecuzione del movimento operaio, prevenire, con metodi al limite della legalità, il diffondersi dell’ideologia sovversiva e radicale. La red scare e il tentativo di arginarla raggiunsero il culmine del’atrocità negli anni 1919-1920, a seguito di diversi attentati dinamitardi per mano di anarchici. Tra le alte personalità prese di mira anche il Ministro della Giustizia Palmer, che a seguito di un fallito attentato presso la sua casa di Washington, diede inizio ad una spirale di persecuzioni, i Palmer raids, rivolti verso tutti coloro che venissero considerati sovversivi.
1921-08-21 02:09:15
Il Cinema Americano
Il cinema Americano negli anni Venti mostra una capacità narrativa straordinaria. Nasce anche lo star system cioè il sistema delle “stelle cinematografiche”, che ha un impatto straordinario nel proporre modelli di comportamento e sistemi di valori che, all’inizio degli anni Venti , suonano moderni, insoliti ,innovativi e - grazie alla loro sovrapposizione sulle vite degli attori e attrici- sembrano una cosa reale, possibile, legata in qualche modo alla “vita vera”. Il cinema Americano mostra di avere una marcia in più rispetto al cinema Europeo.
1924-08-16 00:00:00
Piano Dawes
Nel corso della Conferenza internazionale per le riparazioni di guerra, convocata a Parigi nel 1924, si affronta il problema della crisi tedesca. La decisione più importante è l’adozione del Piano Dawes, dal nome del banchiere statunitense Dawes che lo ha presentato. Il piano prevede la rivalutazione e la stabilizzazione del marco, una dilazione del pagamento e la possibilità per la Germania di ricevere prestiti internazionali. Ciò permette alle banche e alla aziende statunitensi di prestare denaro alla Germania, che può risarcire i danni a Regno Unito, Francia e Italia, che, a loro volta, possono sdebitarsi con gli Stati Uniti. Nel 1929 viene approvato il piano Young (dal nome dell’uomo d’affari nordamericano) che prevede il pagamento rateale dei risarcimenti tedeschi per i successivi 58 anni. Tutto ciò fece registrare una buona ripresa per l’economia europea dal 1925 al 1929.Inoltre, nel 1920 le donne statunitensi ottengono il diritto al voto dopo tante dure lotte da parte delle suffragette. Nel paese si registra anche una profonda prosperità economica. Tale prosperità tocca soprattutto la popolazione bianca e wasp (white anglosaxon protestant, bianco anglosassone protestante). Tra il 1921 e il 1924 nuove leggi limitano i flussi migratori in entrata, sbarrando gli accessi a individui che vengono dai paesi dell’Europa meridionale, sentiti come persone diverse dal buon cittadino americano wasp. Le aggressioni e le discriminazioni a danno dei neri sono storia quotidiana e sono attivamente incoraggiate dal Ku Klux Klan, l’associazione segreta razzista nata nel 1866 e rifondata nel 1915. Il successo dell’associazione è notevole. I neri sono al centro del mirino dei macabri rituali dell’associazione, ma anche gli ispanici, gli immigrati recenti o gli ebrei sono vittime di aggressioni verbali e fisiche. Sempre in questo periodo comincia la lotta contro l’uso e la produzione di bevande alcoliche, promossa da politici tanto repubblicani che democratici di confessione protestante e appoggiati dal Ku Klux Klan. Si approvò poi nel 1919 e si attuò nel 1920 il divieto di produrre, vedere e trasportare liquori. Cominciò così l’era del proibizionismo ma anche quello delle distillerie clandestine.
1924-08-27 11:20:00
Lo sviluppo della radio
Con il suo prezzo d'acquisto relativamente basso e i suoi costi d'esercizio praticamente nulli, la radio divenne presto un fondamentale mezzo di svago anche per le classiche popolari: anzi, la sua importanza era tanto maggiore quanto più ridotto era il reddito e minore quindi la possibilità di accedere ad altre forme di uso del tempo libero. Anche come mezzo d'informazione la radio non temeva confronti: i notiziari radiofonici entravano nelle case, potevano essere ascoltati in qualsiasi ora, non richiedevano particolari sforzi di attenzione ed erano per giunta molto più tempestivi dei giornali. Nel 1924 nacque l'Unione Radiofonica Italiana (URI), diventa nel 1927 l'E.I.A.R. (ente italiano per le audizioni radiofoniche); dal compromesso raggiunto tra le società che avevano fatto richiesta per la concessione, lo Stato infatti aveva l'esclusiva sulle radioaudizioni circolari (trasmissione d'informazione) da esercitare tramite società concessionarie. La radio inaugurò un'era nuova nel campo delle telecomunicazioni. Se ne resero conto anche gli uomini politici: Hitler, Mussolini e Roosevelt quest'ultimo molto apprezzato per il suo approccio amichevole, colloquiale i cosiddetti “fireside chats” discorsi attorno al caminetto. Questi leader si servirono della radio per assicurare ai loro messaggi una diffusione capillare. Attraverso la radio giungevano al pubblico però non solo messaggi propagandistici ma anche opere liriche, musica leggera, servizi sportivi... Era, come abbiamo detto, anche un mezzo di svago. Fu così che a partire dagli anni '30, i quotidiani continuarono a essere acquistati e letti soprattutto dal pubblico più qualificato, ma persero molto della loro capacità di espansione fra le classi popolari. Per riguadagnare il terreno perduto, il settore della carta stampata cominciò a puntare più sull'immagine: di qui lo sviluppo delle riviste illustrate.
1924-11-01 00:00:00
Taylorismo e Fordismo
Taylor intendeva i annullare tutti gli sprechi di tempo “ i cosiddetti tempi morti” e tutti gli sprechi di energia, limitando i movimenti degli operai al minimo indispensabile. Per ottenere ciò attuò la catena di montaggio, un sistema produttivo diviso in tante piccole unità semplici e ripetibili che non consentivano alcuno spreco di energia né di tempo. Gli operai della catena di montaggio cioè dovevano svolgere solo determinati movimenti sempre uguali per tutta la durata della giornata lavorativa. Chi aveva la capacità di essere veloce era anche incentivato economicamente con un premio di produzione. L’industriale che comprese al meglio le straordinarie potenzialità del metodo tayloristico, e quindi della catena di montaggio, fu Henry Ford proprietario dell’omonima industria di automobili. Egli non solo applicò il metodo messo a punto da Taylor ma incentivò i suoi operai con dei salari alti, in modo da consentire alle classi sociali operaie un benessere mai conosciuto. In questo modo anche gli operai, oltre che essere i produttori di un bene, ne divennero anche i consumatori. nel 1924, la metà dei modelli della prima auto Ford si chiamava "modello T" furono proprio acquistati dagli operai che la costruivano.
1924-12-01 00:00:00
Catena di Montaggio
Il nuovo spirito del lavoro
1924-12-10 00:00:00
L'alienazione
Con l’avvento del modello della fabbrica fordista viene introdotto il concetto di “città fordista”. Così come a Detroit, per la fabbrica Ford, anche in altri paesi era possibile osservare questo fenomeno: in Germania, a Wolfsburg con la Volkswagen, in Italia, a Torino con la FIAT. In tutti questi casi la vita nelle città si era adattata alle necessità delle grandi fabbriche. Veniva privilegiato lo spirito gerarchico e la subordinazione delle esigenze individuali a quelle collettive. Il tipo di lavoro che si è venuto a determinare nella grande industria moderna è monotono, ripetitivo, non richiede il minimo atto del pensiero. Solo nel caso in cui gli operai avessero smesso di pensare, diventando ingranaggi, l’organizzazione industriale del lavoro avrebbe funzionato. Si trattava quindi, di un tipo di lavoro che nega l’esistenza stessa dell’uomo. L’operaio della grande industria è alienato (estraniato) dalla propria umanità.
1924-12-19 00:00:00
"Tempi Moderni" (1936) di Charlie Chaplin
"Tempi moderni" è il primo film a praccontare sullo schermo le alienazioni della modernità e il rapporto uomo-macchina. In questa pellicola viene descritto, in chiave comica, lo stravolgimento fisico e psicologico dell’operario che si trova a dover affrontare il nuovo modello produttivo e la catena di montaggio.
1925-02-08 19:02:29
Il successo del film "Nascita di una nazione"
Nascita di una nazione (The Birth of a Nation) è un film muto diretto da David Wark Griffith la cui uscita cinematografica risale all’8 febbraio del 1915. Nell’opera Griffith esaltava le attività dell’antica setta antisemita, il primo Ku Klux Klan, nato a seguito della guerra civile contro l’ideologia antischiavista degli Stati del Nord. Il regista celebrava la superiorità dei sudisti americani verso gli schiavi, e le azioni della setta antisemita come fossero volte al “bene” della Nazione. Contro cioè chi avesse voluto trasformare la società del sud in una società mulatta. Si sostiene che il grande successo di questa pellicola, record di incassi fino al 1925, avesse contribuito a fomentare l’odio razziale, ed il pregiudizio verso la nuova classe multietnica formatasi in seguito all’ondata migratoria che aveva interessato gli anni del primo ‘900. La supremazia bianca respingeva con forza il concetto di “melting pot”. La nuova setta del Ku Klux Klan, quella nata nel 1915 ad opera di William J. Simmons, operava secondo gli stessi “principi” sostenuti da Griffith.
1926-10-31 00:00:00
Save Sacco & Vanzetti, la Red Scare colpisce gli immigrati anarchici
"Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nessuna di queste creature ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un anarchico, e davvero io sono un anarchico; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano [...] se voi poteste giustiziarmi due volte, e se potessi rinascere altre due volte, vivrei di nuovo per fare quello che ho fatto già". Dal discorso di Vanzetti del 9 aprile 1927, a Dedham, Massachusetts
1927-08-23 00:00:00
Radicamento del razzismo, e l'odio razziale del Ku Klux Klan
La politica di Wilson aveva reso gli Stati Uniti una grande potenza, fiera della propria tradizione democratica e per questo politicamente avanzata. Una potenza superiore anche in senso morale ed economico perché promotrice di pace e stabilità europea. L’auspicio di una società moderna, improntata proprio su questi valori, mosse il sentimento popolare a ricercare il miglioramento della propria condizione. Si prospettavano i “ruggenti venti”, e da un lato infatti il Paese conobbe un grande periodo di crescita, in senso politico, economico e sociale; ma gli anni ’20 furono allo stesso tempo caratterizzati anche da un lato oscuro. Lo spettro del razzismo caratterizzava la grande potenza democratica e fomentava gli odi già dagli anni della sua indipendenza. Uomini bianchi, protestanti, e convinti della loro supremazia sugli uomini di colore, manifestarono sentimenti di odio razziale, già dopo la Guerra di Secessione Americana, costituendo la prima società segreta del Ku Klux Klan(1865). In seguito al suo scioglimento un secondo gruppo che usò lo stesso nome iniziò la sua attività vicino Atlanta, nel 1915, per mano di William J. Simmons. Questa seconda associazione, come la prima, rivendicava ancora la preminenza dell’uomo bianco, ma si trovò ad imperversare l’odio verso un nuovo nemico: la classe degli immigrati. Il pericolo da fronteggiare non erano più solo gli schiavi africani, ma anche irlandesi, italiani, ed ebrei, portatori di religioni e costumi incompatibili con l’identità del paese, con l’'American way of life'. I “nuovi venuti” provenivano in maggioranza dall’Europa meridionale e orientale, e stabilendosi nei grandi centri urbani, si affollavano in quartieri specifici come il 'Little Italy'. L’ondata migratoria costituì nuova manodopera da occupare negli impieghi più gravosi, come la costruzione di grandi opere pubbliche, o nell’estrazione mineraria. Questa nuova classe sociale, costituita da operai, lasciava il proprio continente alla ricerca di una migliore condizione di vita, un riscatto dalla vecchia aristocrazia europea che traeva profitto dallo sfruttamento del duro lavoro. Ma il problema non fu solo sociale, infatti, sebbene i “nuovi americani” fossero convinti di arrivare in uno Stato radicalmente democratico, furono costretti a confrontarsi con il pregiudizio politico, e la grande paura del bolscevismo (red scare). La classe operaia era portatrice di rivoluzione e la rivoluzione preludeva alla minaccia del comunismo. Il sentimento si ripercosse verso i rivoluzionari che spesso venivano identificati come immigrati. L’episodio più celebre fu la condanna di due anarchici italiani: Bartolomeo Sacco e Nicola Vanzetti, accusati ingiustamente di omicidio, e condannati il 23 agosto 1927.
1928-01-01 00:00:00
Crisi di sovrapproduzione e basi per crisi depressiva
Dopo lo straordinario sviluppo economico degli stati uniti avvenuto nel corso degli anni venti grazie all’aumento fortissimo della produzione e del consumo di massa ad opera soprattutto dei modelli taylorista e ancor di piu’fordista,il quale sembrava dovesse non finire mai,all’inizio del 1928 si iniziavano ad intravedere lati nuovi negativi e abbastanza preoccupanti legati a questa situazione.naturalmente uno degli elementi da prendere in considerazione e’ senza dubbio il fatto che questi nuovi prodotti che avevano invaso il mercato erano molto piu’ resistenti dei precedenti,cio’ vuol dire che una volta acquistati durante i primi anni in modo massiccio,poi sarebbero passati molti anni prima che le persone si fossero trovate nella situazione di doverli sostituire e quindi acquistarne altri.Tutto questo porto’ al ristagno della domanda e quindi a un rapporto molto meno forte di prima tra la produzione di massa sempre maggiore e il cosumo di massa,a questo punto sempre minore.un altro elemento non meno importante del primo,come poi avrebbe sostenuto un grande storico di nome kindleberger,riguardava la necessaria relazione tra sovrainvestimento e sottoconsumo che c’era in quegli anni,cioe’ un’iniqua distribuzione delle ricchezze che impediva ai ceti popolari di accedere a molti beni disponibili se non attraverso acquisti a debito.Molte imprese e famiglie proprio all’inizio del 1928 si mostravano infatti incapaci di restituire i debiti contratti;nel frattempo il settore agricolo era minato da fallimenti numerosi e la stessa sorte toccava alle piccole e numerose banche di provincia,le quali erano troppo inclini al cosiddetto “credito facile”,senza assicurarsi che i debitori fossero in grado poi di restituire loro quei prestiti.Tutti questi segnali pero’ vennero sottovalutati e gli speculatori azionari continuarono,come stavano facendo fino ad allora,a pompare denaro nel sistema grazie al forte ottimismo che ancora imperversava,tutti ignari del fatto che da lì a poco la situazione si sarebbe velocemente e fortemente ribaltata,sia a causa degli elementi qui citati e sia per l’enorme speculazione che da tempo riguardava il settore delle azioni,spesso acquistate da moltissimi speculatori azionari solo e semplicemente per essere presto rivendute a prezzo maggiore,e cosi’ via.
1928-11-18 11:50:25
Steamboat Willie
Walt Disney mostrò il suo primo cortometraggio di Topolino, intitolato Steamboat Willie.. È inoltre il primo cartone animato a presentare una colonna sonora con musiche, effetti sonori e dialoghi (benché non intelligibili) completamente sincronizzata; il successo ottenuto lo portò a venire ricordato come il primo cartone animato con sonoro sincronizzato
1929-01-17 00:00:00
"Popeye, the Sailor Man"
Enter story info here“Popeye, the Sailor Man” compare per la prima volta il 17 gennaio 1929 all’interno di una striscia disegnata da Elzie Crisler Segar, nella quale il nostro Braccio di Ferro non è che un personaggio secondario. L’enorme successo riscosso finì per mettere da parte Harold Hamgravy, protagonista di Thimble Theatre (nome della serie di strisce) e fidanzato della stessa Olivia che inizierà invece presto a farsi conquistare, come il grande pubblico, dal marinaio forzuto. Il successo del fumetto incrementò inoltre la vendita degli spinaci tanto da farli diventare l’alimento più amato dai bambini, dopo gelato e tacchino. Il tutto in un periodo di grande crisi economica: erano infatti, quelli, gli anni della Grande Depressione. Durante questi anni, il personaggio di "Braccio di ferro", veniva usato per esortare la popolazione alla resilienza, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale il fumetto è stato usato dalla propaganda per dare manforte alle truppe. Un fenomeno culturale e globale basato su un’immagine maschile, rissosa e violenta ma al tempo stesso eroica e romantica.
1929-03-01 00:00:00
Governo di Hoover
Sette mesi prima del "martedì nero" di Wall Street, e quindi esattamente nel marzo del 1929, Herbert Clark Hoover (1874-1964) diventò presidente degli Stati Uniti: repubblicano che credeva moltissimo nelle capacità di illimitata espansione dell'economia statunitense. Nonostante i suoi buoni propositi, Hoover si rivelò totalmente inadeguato ad affrontare la situazione. La sua filosofia politica, sintetizzata nell’esaltazione di un “vigoroso individualismo” quale unica via per risollevare l’economia, si basava sull’idea che non fosse compito del governo federale far fronte ai problemi sociali causati dalla depressione: erano i singoli (industrie, comunità locali e individui) che dovevano lavorare, sulla base di una cooperazione volontaria, alla ricucitura del tessuto lacerato dell’economia. Un intervento statale avrebbe indebolito, secondo Hoover, il senso di responsabilità dei cittadini e distrutto quella fiducia nelle capacità individuali che costituiva la fibra morale della nazione. Quel 29 ottobre, uscì la notizia che l’allora presidente Herbert Hoover avrebbe implementato la tassa Smoot-Hawley, che avrebbe innalzato le tariffe di importazione di oltre 20.000 prodotti a livelli mai visti nella storia. Oltre a diminuire sostanzialmente le importazioni, ciò avrebbe generato una guerra commerciale e sarebbe diventato un colpo fatale al libero scambio. Immediatamente i prezzi delle azioni delle società crollarono. Su quella tassa, Thomas Lamont, un dirigente della JP Morgan, disse : “Mi sono quasi inchinato in ginocchio davanti a Hoover per pregarlo di porre il veto alla firma del provvedimento di Smoot-Hawley“. Il presidente europeo GM Graeme K. Howard inviò un telegramma a Washington per avvertire che l’approvazione di Smoot-Hawley avrebbe portato a “la depressione più grave che il mondo abbia mai vissuto“. Soltanto quando i colpi della crisi fecero crollare la fiducia nella capacità di autoguarigione dell’economia americana, Hoover si convinse a fare qualcosa: la creazione di un ente federale, la Reconstruction Finance Corporation, con lo scopo di prestare denaro alle banche e alle aziende in crisi, fu interpretata dalla popolazione impoverita come l’ennesima beffa di un presidente che appariva sempre più insensibile alle sue necessità. La popolarità della Casa Bianca raggiunse i minimi storici: alle baraccopoli che sorgevano alla periferia delle grandi città raccogliendo la gran massa dei disoccupati fu dato ironicamente il nome di “Hooverville”
1929-10-24 00:00:00
Scoppio della crisi economica
Nel 1929 tutti gli elementi affrontati precedentemente portarono a conseguenze disastrose.L’indice dow jones,dopo il fortissimo rialzo dell’andamento dei titoli nel 2 anni precedenti,si ritrovo’ ad un tratto in ribasso.Il tutto si puo’ spiegare con il tentativo degli speculatori di trasformare i titoli in denaro contante,il quale provoco’una forte ondata di vendite di azioni e un brusco calo di valori,che divenne un effettivo crollo con la successiva e rapida diffusione del panico generale.Arrivo’cosi’il famoso “giovedi’nero”del 24 ottobre:l’indice dow jones torno’in soli due mesi al punto di partenza.Nonostante l’idea sostenuta da alcuni che il mercato sarebbe tornato presto ai suoi livelli normali non appena si fosse sgonfiata l’onda speculativa,la realta’si dimostro’ben piu’complessa e difficile da affrontare.tra il 1929 e il 1933 il crollo del valore delle azione dell’80% mando’a fondo speculatori,ma anche risparmiatori e stesse societa’di azioni.da cio’ne derivo’una fortissima crisi economica che si riverso’sulla vita economica e sociale di tutti;infatti in quegli anni le imprese ridussero produzione e salari,licenziarono e spesso fallirono.13 milioni di persone rimasero senza lavoro e,di conseguenza,senza alcuna risorsa.I debitori non riuscivano a far fronte ai debiti contratti e i creditori non riuscivano a riottenere i loro crediti.falli’il 40% delle banche.
1929-10-29 00:00:00
"Martedì nero"
Superati i difficili anni successivi alla Prima guerra mondiale, l’economia statunitense comincia a crescere dando avvio ad un periodo di grande prosperità. Nel corso degli anni venti negli USA l’equilibrio del mercato che viene stabilito da un rapporto di stabilità tra domanda e offerta venne progressivamente meno. Molti acquistavano titoli quotati in borsa, anche piccoli risparmiatori e questo causa un eccessiva domanda che porta ad un aumento del prezzo delle azioni. Questo fenomeno si chiama bolla speculativa o anche detta febbre speculativa. Il 21 ottobre 1929 gli operatori della borsa di New York cominciano a vendere assai più del solito. Il 24 ottobre le vendite sono il doppio di quelle effettuate 3 giorni prima. L’onda anomala delle vendite eccezionali dissemina il panico tra tutti i possessori di azioni. Il valore delle azioni comincia a scendere a rapidità vertiginosa per effetto dell’insolito aumento delle vendite. I risparmiatori sembrano impazziti dallo spavento vedendo andar giù il valore delle azioni cominciano a vendere tutti insieme. E allora il valore delle azioni crolla del tutto. Si arriva così al 24 ottobre del 1929, passato alla storia come il “martedì nero”, giorno in cui si determina una grande corsa alle vendite dei titoli, che ne fa precipitare improvvisamente il valore: questi eventi svelano chiaramente le fragilità del sistema. Intanto però milioni di americani hanno perso i loro risparmi e il crollo della Borsa ha trascinato nel baratro l’economia dell’intero paese. Si assiste infatti allo sviluppo di un circolo vizioso: coloro che avevano acquistato beni quali automobili, case o elettrodomestici tramite l’utilizzo di prestiti bancari si trovano sul lastrico, ma d’altro canto le forme di pagamento a rate hanno costituito uno dei fattori trainanti della crescita. Il crollo delle possibilità d’acquisto della classe media determina una forte restrizione del mercato, che a sua volta conduce ad una diminuzione della produzione e di conseguenza alla chiusura delle fabbriche e all’aumento della disoccupazione.
1930-08-21 02:09:15
Nasce un nuovo modello di donna
La moda femminile è in piena trasformazione. Vari nuovi tipi femminili appaiono sulla scena : La Flapper (donna emancipata) la Garçonne (maschietta). Le Flapper sono ragazze che esibiscono capelli tagliati corti, gonne corte e un insolita sensualità e indipendenza , furono le prime a mostrare le caviglie in pubblico indossando abiti e gonne più corti e furono anche le prime a tagliare i capelli a "caschetto". Le flapper si caratterizzavano per l'eccessivo trucco, per il fatto che bevessero alcolici come gli uomini, ma soprattutto per la loro sessualità disinvolta e libera, oltre che per fumare in pubblico, guidare automobili da sole e violare le norme sociali. Ostentavano il proprio disprezzo per il comportamento "da brava ragazza beneducata". Le Garçonne cosiddetta dalla foggia dei capelli, che, per la prima volta nella storia, vengono tagliati corti, alla maschietta. La donna conduce una vita più dinamica e comincia a praticare sport, sia per il benessere fisico che per migliorare l’aspetto. Se fino ad allora nei canoni di bellezza femminile erano banditi i muscoli, indice di mascolinità o di lavoro manuale, e le forme dovevano essere morbide e rotonde, adesso anche nelle donne si comincia ad apprezzare il fisico atletico.
1930-11-01 00:00:00
La radio come strumento politico
Roosvelt decide di usare le trasmissioni radiofoniche come mezzo di politica. Le Trasmissioni radiofoniche sono rivolte a tutta la nazione, con le quali cerca di spiegare indirizzi e gli effetti della sua azione di governo. Utilizza le famose “fireside chats” ovvero conversazioni davanti al caminetto. Nel 1933 Roosvelt tiene la sua prima conversazione radiofonica , e il settembre del 1939, le fireside chats sono 13. Questa strategia comunicativa e permessa dalla grande diffusione della radio un elettrodomestico che dai primi anni 20 viene acquistato da una grande quantità di famiglie nord americane. Le conversazioni vengono trasmesse la domenica sera alle 22:00, orario in cui si ha il massimo degli ascolti con le famiglie tutte riunite intorno alla radio dopo la cena domenicale. Le conversazioni radiofoniche vengono annunciate diversi giorni prima sui giornali e le radio ne parlano anticipatamente a lungo e gli ascoltatori sono adeguatamente informati dell’evento. Le conversazioni di Roosevelt hanno uno stile insolito, molto amichevole e intimo, come di una persona che parla degli amici e difatti ricorre spesso alla locuzione “my Friends”, amici miei a dare un tono di particolare intimità al tutto. Inoltre usa termini semplici ,che gli permettono di spiegare chiaramente questioni anche spinose o complesse. Le conversazioni hanno un grandissimo successo.
1932-11-08 00:00:00
Franklin D. Roosvelt
All’inizio degli anni ‘30 gli Stati Uniti erano una nazione profondamente in difficoltà, con al suo interno oltre 14 milioni di disoccupati, pervasa da un senso di angoscia e insicurezza. Tuttavia nel 1932, in occasione delle nuove elezioni presidenziali, i democratici si affidarono al governatore dello stato di New York, Franklin Delano Roosevelt: una scelta che si rivelò determinante, grazie alla personalità dell’uomo e alla sua azione politica, per far uscire gli USA dal periodo più cupo della Grande depressione. Di carattere forte e risoluto, aveva però manifestato fin dal 1921 una grave forma di malattia che lo aveva invalidato, costringendolo alla quasi totale paralisi degli arti inferiori. Decise di continuare e tenere duro per mostrarsi ai cittadini come un uomo, non solo di grandi capacità intellettuali, ma anche di grande carattere. Accettando la candidatura alle presidenziali del 1932, Roosevelt era in realtà inizialmente privo di un vero e proprio programma politico. Tuttavia la sua popolarità crebbe grazie alle doti di comunicatore e alla sua capacità di instaurare con gli elettori un rapporto diretto: Roosevelt divenne celebre grazie ai “Discorsi del caminetto” una periodica trasmissione radiofonica nella quale, con tono suadente e familiare, illustrava la propria azione politica riuscendo a infondere coraggio e ottimismo ad una nazione spaventata e insicura. La strategia comunicativa si rivelò la chiave del successo politico, e l’8 novembre 1932 venne eletto presidente ottenendo una schiacciante maggioranza sul repubblicano Herbert Hoover.
1932-12-15 00:00:00
Il nuovo ruolo dello Stato nella vita economica
Nel 1936 Keynes pubblicò il saggio Teoria generale della moneta, dell'interesse e del credito, nel quale sostiene che quando il mercato si trova in una fase negativa non è detto che sia destinato a riprendersi da sé, anzì può mettersi in moto una spirale depressiva, cioè un meccanismo per il quale tutti i fattori della produzione continuano ad influenzarsi negativamente. Keynes attribuì dunque allo Stato il compito di accrescere il volume della domanda aumentando la spesa pubblica in modo strategico, in modo che i fattori della produzione si influenzino l'un l'altro positivamente, il cosiddetto moltiplicatore keynesiano. Le indicazioni di Keynes, per una logica questione temporale, non possono essere messe in diretta relazioni con le soluzioni del New deal, ma possiamo dire che la logica di fondo era analoga: a partire dal rafforzamento della Federal Reserve, una sorta di banca centrale che controllava gli istituti di credi per ostacolare nuove attività speculative, che è il presupposto di ogni manovra anticiclica secondo l'economista britannico. Seguito poi dall'aumento dei sussidi di disoccupazione e l'investimento nei lavori pubblici, come la Tennesy Valley Authority, che aveva dato lavoro a centinaia di migliaia di persone. A questo punto, secondo Keynes, dalla dinamicità del settore pubblico doveva seguire una ripresa degli investimenti privati. Nel corso degli anni trenta ci fu una ripresa ma incompleta, l'economia ebbe bisogno di continue iniezioni di denaro pubblico. La piena ripresa, nonché la piena occupazione, sarebbe giunta solo durante la seconda guerra mondiale, con l'industria bellica.
1933-02-10 00:00:00
Evadere dalle vecchie idee
Il New Deal ed il keyensimo misero in luce la duplice funzione della spesa pubblica: contrastare il ciclo economico sfavorevole e riequilibrare le differenze sociali, comincia quindi ad emergere il concetto di Welfare State: lo stato deve creare benessere. Keyens infatti aprì un capitolo nuovo nella storia della scienza economica confutando alcune idee fondamentali della teoria economica classica, in particolare quelle secondo cui il mercato tenderebbe spontaneamente a produrre l'equilibrio fra domanda e offerta ed a raggiungere la piena occupazione delle unità di lavoro disponibili. Egli riteneva che i meccanismi spontanei del capitalismo non fossero in grado di consentire un'utilizzazione ottimale delle risorse. Ed è proprio contro queste vecchie concezioni che egli “combatte”, scrive infatti nella celebre prefazione della Teoria generale: La difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nell’evadere dalle vecchie, le quali, per coloro che sono stati educati come lo è stata la maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente.
1933-03-03 00:00:00
New Deal
il 24 e il 29 ottobre 1929, quando il crollo di Wall Street scuote gli Stati Uniti. Gli indici della borsa di New York precipitano in seguito all’annunciata crisi economica e finanziaria: gli effetti sono devastanti e provocano fallimenti a catena degli istituti di credito, la chiusura di diverse industrie e soprattutto disoccupazione. Presto la crisi arriva anche in Europa provocando ulteriori disastri sul piano economico e politico. Intanto il nuovo presidente americano Franklin Delano Roosevelt inaugura la fase del New Deal per fronteggiare la crisi. Il New Deal, che imposta un nuovo rapporto tra Stato ed economia , era già stato teorizzato da Lord Keynes. La crisi scoppiata nell'ottobre 1929 è manifestazione delle contraddizioni prodotte dallo sviluppo incontrollato della produzione statunitense. La politica isolazionista, conformista e nazionalista, basata sulla più completa libertà di iniziativa individuale, conduce il più ricco e potente Stato del mondo a una rovinosa crisi economica e sociale. Il vertiginoso aumento della produttività industriale e agricola nel decennio immediatamente precedente la crisi, al quale fa riscontro l'enorme volume dei profitti, e in piccola parte dei salari, non fa i conti con la saturazione del mercato interno. I governanti, contrari a qualsiasi intervento dello Stato nell'economia, sottovalutano l'imminente pericolo. Gli investimenti nell'industria, che ormai produce al di sopra di ogni possibilità di assorbimento, crescono di giorno in giorno. 1)LA CRISI DEL 1929 Nel 1929: si manifesta l'incontrovertibile recessione, alla quale gli industriali reagiscono con la diminuizione della produzione, con la decisa riduzione dei salari e l'espulsione della forza lavoro dalle fabbriche. Il generalizzato impoverimento aggrava la spirale della crisi, abbassando ancora di più la possibilità di assorbimento all'interno della produzione. Le cifre della crisi attestano il fallimento di oltre 5000 banche, circa il 50% della produzione industriale e del reddito agricolo crollati e una diminuzione dei salari pari al 45% circa. I piccoli e medi risparmiatori, fautori di investimenti azionari, si ritrovano sul lastrico. Insieme con l'intensità e la durata, la crisi e la depressione si caratterizzano per la loro diffusione mondiale. Le ripercussioni non sono ovunque della stessa intensità, ma alcune conseguenze si faranno sentire in tutti i paesi a economia capitalistica. 2)LE CONSEGUENZE DELLA CRISI: La diffusione della crisi è innanzitutto legata alla dimensione dell'economia statunitense, capace da sola di rappresentare circa il 45% dell'intera produzione mondiale. Malgrado le politiche protezioniste dei governi statunitensi degli anni venti, le importazioni americane raggiungono, prima della crisi, più del 10% del commercio internazionale. Anche i legami finanziari della moneta statunitense con le valute europee accresce la capacità di propagazione e internazionalizzazione della crisi. Il crollo dei prezzi agricoli e delle materie prime si ripercuote sul mercato internazionale aggravando lo stato delle economie di tutti i paesi produttori. La prima misura per contrastare questa dinamica è quella di alzare barriere doganali: queste, tra il 1929 e il 1930, determinano un calo del 25% del commercio internazionale. La crisi monetaria si manifesta come ultimo atto della disgregazione dell'economia mondiale. In Europa colpisce per primi gli stati finanziariamente più deboli, come l'Austria, che vedono cessare gli investimenti americani. Alla chiusura degli istituti di credito austriaci segue l'analoga paralisi dell'economia monetaria tedesca, ancora alle prese con le riparazioni di guerra. Ancora più forte è la recessione che colpisce i paesi agricoli dell'Est europeo: il grano tocca i prezzi più bassi degli ultimi quattro secoli. Nel settembre del 1931 è svalutata la sterlina inglese, dopo qualche anno segue lo stesso destino il franco francese. Nell'estate del 1933 fallisce la conferenza internazionale di Londra per la ricerca di una via comune nel superamento della crisi. 3)LA GRANDE DEPRESSIONE: Le risposte alla depressione sono differenti: l'Inghilterra punta su una netta svalutazione della moneta e sul consistente aumento delle barriere doganali (potendosi avvalere del mercato "interno" del Commonwealth). La Francia, l'Italia e tutti i paesi che possono contare su consistenti riserve auree sottopongono l'economia a una pesante politica deflativa che consente il mantenimento della parità aurea della moneta. Una terza strada, intrapresa dalla Germania e in parte dall'Italia, è rappresentata dall'isolamento progressivo verso un'economia autarchica. Con la crisi del 1929 tramonta definitivamente l'idea perseguita dalle amministrazioni repubblicane dello" sviluppo armonico del capitale". Nel novembre del 1932 i Democratici rappresentati da Franklin Delano Roosevelt, vincono le elezioni presidenziali, dando inizio a quella fase che passerà alla storia come New Deal. 4)NEW DEAL, ROOSEVELT: Il programma rooseveltiano è il seguente: potenziamento dei lavori pubblici per favorire la diminuzione della disoccupazione; sostenere i prezzi agricoli per impedire l'ulteriore abbassamento del tenore di vita degli agricoltori; sviluppare e unificare le attività assistenziali; regolamentare i trasporti e i servizi pubblici; sottoporre al controllo governativo le banche e gli istituti finanziari; disciplinare i rapporti tra capitale e lavoro. Per attuare il suo programma Roosevelt capovolge quello che era stato il precetto repubblicano basato sul minimo intervento dello Stato nella società civile, e chiede con energia un forte potere esecutivo. Già seguace di Wilson e governatore dello Stato di New York, Roosevelt istituisce un rapporto diretto con le masse: in questo senso si possono ricordare i famosi discorsi radiofonici rivolti alla nazione, passati alla storia come "i discorsi del caminetto". In breve, egli inaugura un nuovo rapporto tra Stato, industriali e forze lavoratrici. 5)NEW DEAL, PUNTI FONDAMENTALI: Nei primi giorni del suo mandato presidenziale, i cosiddetti "cento giorni", l'amministrazione favorisce il rialzo dei prezzi per incrementare i profitti delle imprese e salvaguardare il pagamento dei debiti. Opera una politica deflazionistica per ridurre la circolazione monetaria; riduce le spese dell'amministrazione centrale e gli stipendi degli impiegati pubblici. A sostegno dell'agricoltura, nel maggio del 1933 è promulgato l'Agricoltural Adjustament Administration con il quale si regolamenta la produzione e si riduce il tasso di indebitamento. Lo sviluppo delle opere pubbliche , capaci di limitare la forte disoccupazione, è affidata alla Federal Emergency Relief Administration, organismo destinato a distribuire i finanziamenti pubblici. Anche la produzione industriale è riorganizzata con la National Industrial Recovery Administration, una legge per la regolamentazione dei prezzi, dei salari e degli orari di lavoro. Si garantisce, inoltre, l'attività sindacale dei lavoratori (legge Wagner, 1935). Oltre al finanziamento delle piccole e medie imprese, per favorire l'occupazione viene creato il Works progress Administration e con funzioni analoghe il Public Works Administration . Il New Deal di Roosevelt, in definitiva, segna la fine dell'idea della completa autonomia del capitale. L'intervento statale suffragato dalle nuove teorie economiche di Keynes , lungi dal risolvere completamente gli effetti devastanti della crisi, attenua la stessa e pone le basi per una nuova ristrutturazione capitalistica. 6)IL NEW DEAL E KEYNES: Il superamento della fase più acuta generata della crisi del 1929 afferma, attraverso la politica del New Deal, il nuovo ruolo dello Stato nella vita economica. Si afferma, cioè, il sodalizio organico tra grande capitale e direzione statale. La teorizzazione della funzione indispensabile dell'intervento pubblico nell'economia, ha il suo paladino nell'economista inglese John Maynard Keynes. Nel 1936 viene pubblicata la sua maggiore opera teorica: Teoria generale dell'impiego, dell'interesse e della moneta. L'economista individua nell'insufficiente capacità di consumo delle grandi masse i motivi reali della grande crisi. Conseguentemente, contrario alla compressione salariale, vede nell'innalzamento delle retribuzioni una ricetta per scongiurare i pericoli di un futuro crollo dell'economia. Anche i tassi di interesse operati dagli istituti di credito devono essere tenuti bassi per agevolare i prestiti alle imprese. Importante ancora l'investimento dei capitali industriali in attività produttive e non in speculazioni bancarie. Il sistema di tassazione dei redditi e dei profitti da parte dello Stato avrebbe, poi, creato le condizioni per assicurare al potere esecutivo il ruolo di centro di coordinamento dell'economia nazionale. Il programma keynesiano, alla base del cosiddetto Welfare State (in opposizione alla ricetta ultraliberista del Laissez-faire), è adottato nel New Deal rooseveltiano e in parte da alcuni governi europei, come quelli inglese e francese. Prevede il superamento del Gold-standard (valutazione della moneta in rapporto alla quantità di riserve auree) attraverso un sistema di collaborazione e di scambi internazionali che faccia riferimento alle reali capacità economiche di ciascun paese.