Antonio De Ferrariis detto il Galateo
1444-01-12 00:00:00
NASCITA
Antonio De Ferrariis, rappresentante di spicco dell'Umanesimo meridionale, nacque a Galatone*, odierna provincia di Lecce, nel periodo compreso fra 1444 e il 1448. Dalla città natale trasse il proprio nome accademico "Galateo" che deve intendersi come scelta cognominale decisiva e dunque sostitutiva del cognome originale. Tale scelta era legata sia a ragioni umanistiche sia alla sua discendenza. Nel 1511, rievocando la figura paterna di Petri Ferrary, espresse il suo orgoglio di discendere da sacerdoti italo-greci. Per quanto riguarda la madre si suppone la sua appartenenza alla famiglia d'Alessandro dalla quale discendeva l'illustre poeta Giovan Pietro e il vescovo Pietrantonio.
1444-01-12 00:00:00
GALATONE
Agli inizi del secolo XV Galatone era abitata da circa un migliaio di persone. A quell'epoca Galatone era un centro molto progredito, che diventò un consistente paese racchiuso entro mura possenti e vi si parlava la lingua greca. All'esterno la città del Galateo era circondata da un ubertoso contado ricco di oliveti e frutteti. Nel "De Situ Iapygiae", inno alla propria terra e ai valori della tradizione greca, egli narra le vicende della propria città, la sua adolescenza di orfano di padre. In complesso la Galatone quattrocentesca si presentava come un'entità poleografica in evoluzione, con fitti agglomerati congiunti dalla viabilità varia e retta da magistrature ed istituti civici, che le garantivano ordinata convivenza sociale.
1465-08-31 11:21:28
I PRIMI STUDI
Dopo aver ricevuto i fondamenti del sapere presso i frati Basiliani del monastero di San Nicola di Pergoleto a Galatone, frequentò il Gymnasium di Nardò, un rinomato centro di cultura teologica, studiando con particolare interesse la letteratura greca e latina, la filosofia antica, la medicina e la geografia. Nel 1465 si recò a Napoli approfondendo, durante il soggiorno, gli studi umanistici e specializzandosi nell'arte medica.
1465-08-31 11:21:28
NARDO'
Nardò in quel periodo contava tra 2500 e 3010 abitanti. Grazie al Gymnasium si diffuse ovunque nel Mezzogiorno la scrittura greca conosciuta come "neretina". Questo non era un' Università ma un centro di studi humanitatis di livello universitario, crocevia di nobili e chierici, ponte tra la cultura antica, in particolare artistotelica, e quella moderna che stava nascendo.
1470-03-02 18:46:24
STAGIONE NAPOLETANA
In questo periodo ebbe i primi approcci con gli ambienti culturali della Napoli aragonese. Fra il 1470 e il 1471 frequentò l'Accademia Napoletana ove intrecciò rapporti di amicizia e lavoro con numerosi intellettuali tra cui Giovanni Pontano, Antonio Beccadelli, detto il Panormita, e Giacomo Sannazaro. In particolar modo, ebbe l'opportunità di conoscere l'umanista veneziano Ermolao Barbaro, del quale condivise il metodo di indagine e "la lettura dei classici nel nudo testo", ovvero la loro analisi senza interpretazioni.
1470-03-02 18:46:24
NAPOLI
Quando De Ferrariis giunse a Napoli, la città aveva riacquistato l'indipendenza politica e la capitale si stava avviando verso la normalizzazione. A Napoli Galateo soggiornò in maniera discontinua e della capitale partenopea ne esaltò i buoni principi, gli amici pontaniani e le loro dimore, la giustizia e la fede. Nella Napoli aragonese del XV secolo affonda le sue origini l'Accademia Pontaniana. Gli accademici vi si riunivano per i loro confronti intellettuali discutendo di argomenti letterari e filologici, di teologia, ma anche delle recenti scoperte geografiche.
1474-08-03 04:29:30
LAUREA IN MEDICINA
Il 3 Agosto conseguì a Ferrara il "Privilegium in Artibus et medicina" grazie all'aiuto dell'amico e medico estense Girolamo Castello. La descrizione del protocollo notarile si legge:"Nel nome di Cristo amen. Nell'anno 1474 della natività dello stesso, Ind.7, giorno mese e luogo infrascritto.[...] Il venerabile ed esimio dottore di decisioni Sign.Pietro Antonio de Arca di Narni, [...]proclamò dottore in arti e medicina il signor maestro ANTONIO GALATEO del fu Pietro De Ferarriis di Galatone per i signori maestri Girolamo Castello e Matteo Bruno dottori di arti e medicina ed oggi sottoposto all'esame privato dei signori dottori del Collegio di arte e medicina di Ferrara e da essi approvata all'unanimità.[...]"
1474-08-03 14:04:32
FERRARA
È alla famiglia d'Este che si deve l'ambizioso progetto urbanistico, definito Addizione Erculea, che trasformò Ferrara da cittadella medioevale in una vera e propria opera rinascimentale. La grande trasfromazione ebbe inizio con il Castello Estense che, da trecentesca severa fortezza, nel corso dei due secoli successivi, si trasformò in fastosa dimora di una delle più splendide e celebri Corti d’Europa. Conituò poi, con la fondazione nel 1391 dell' Università, grazie alla quale la città iniziò a godere del prestigio e della fama di uno dei maggiori e importanti centri di Scienza, Cultura e Arte del Rinascimento.
1476-11-11 18:48:01
VISITA A VENEZIA
Su esortazione del grande filologo e politico veneziano Ermolao Barbaro, De Ferrariis decise di visitare Venezia che esercitava, grazie al suo glorioso passato di matrice greco bizantina, un fascino irresistibile agli occhi del giovane medico. Al Galateo la Repubblica di Venezia appariva lo stato ideale in cui l'Italia perpetuava l'antica grandezza di Roma. L'estimazione di Venezia era legata alle imprese mercantili e militari, al mecenatismo per l'arte, al culto delle lettere greche e latine e al clima di diffusa libertà.
1476-11-11 18:48:01
VENEZIA
Durante questo periodo Venezia diventò una città cosmopolita: migliorò le opere urbanistiche finalizzate alla difesa dal mare e adoperò nuove imbarcazioni, come la gondola. Anche Venezia fu interessata da riforme rinascimentli decorative e architettoniche proposte e guidate da Leon Battista Alberti. Tuttavia, la nuova teoria artistica, basata su una concezione di equilibrio e sobrietà, faticò ad essere accettata e introdotta dai veneziani, ancora legati alla ricchezza decorativa dello stile gotico.
1478-06-12 15:08:00
SOGGIORNO A LECCE
Per Antonio Galateo Lecce è stata la seconda patria. Qui mise casa nel 1478, dopo il matrimonico con Maria Lubelli dei baroni di Sanarica con la quale ebbe cinque figli. A Lecce si curava perfino delle questioni pubbliche, assumendo il ruolo di consigliere comunale e si dedicò all'esercizio della medicina e agli ozi di campagna. Numerose sue opere vennero ideate e composte in questa città, sebbene di solito l'umanista non facesse sapere il luogo da dove scriveva.
1478-06-12 15:08:00
LECCE
La Lecce descritta e abitata dal Galateo aveva clima salubre e mite, adagiata come era al centro di un fitto oliveto, circondata di orti argumeti e vigneti, e saldamente fortificata da mura e antemurali. Le lotte tra il principe di Taranto e Ferdinando d'Aragona la devastarono, ma la sua resistenza ai turchi impedì che l'intera provincia cadesse in mani nemiche. Possedeva un anfiteatro e un teatro dell'epoca romana, era capoluogo della Iapigia e importante sede vescovile, e contava chiese e conventi di età medievale, eleganti palazzi rinascimentali che la caratterizzarono, prima ancora che diventasse in gran parte barocca.
1480-08-31 04:56:03
TESTIMONIANZA DELLE VICENDE OTRANTINE
Tra il 1480 e il 1481, durante l' invasione turca di Otranto, il Galateo trascorse lunghi periodi in campagna nella villetta che aveva acquistato nei pressi di Trepuzzi ove potè dedicarsi ai sui olivi, allo studio e al raccoglimento (Otium*). Dalla guerra contro i turchi invasori di Otranto trasse i contenuti che avrebbe poi sviluppato nelle sue opere "De dignitate disciplinarum", "De Situ Iapygiae" e nell'esposizione del "Pater Noster".
1480-08-31 04:56:03
OTRANTO
La città di Otranto era un centro vivo dell'Umanesimo meridionale e, prima dell' invasione turca, in costante e fervido rapporto di cultura con Costantinopoli. A metà del XV secolo la Otranto descritta dal Galateo era munita di poderose fortificazioni che erano collegate da cento torri.
1480-08-31 04:56:03
INVASIONE DEI TURCHI
Le truppe di Maometto II assediarono Otranto con un poderoso esercito e saccheggiarono la città. Circa 800 fedeli vennero trucidati il 14 Agosto, passarono alla storia come i Martiri Idruntini e vennero canonizzati da papa Francesco nel 2013. Otranto venne liberata il 10 Settembre 1481 dalle forze congiunte napoletane, pontificie e ungheresi. Durante l'assedio turco la famiglia di Galateo abbandonò la villa di Trepuzzi e si trasferì a Lecce. La partecipazione di Antonio De Ferrariis alle vicende del suo tempo è nota attraverso le sue opere nelle quali sostiene di aver visto con i suoi occhi l'intervento decisivo del valoroso Alfonso di Aragona. Nella lettura delle testimonianze epistolari che il Galateo scrisse è possibile ravvisare temi squisitamente contemporanei quali la difesa della libertà di pensiero e dei costumi locali.
1490-09-13 14:12:46
RITORNO A NAPOLI
Su invito di Re Ferdinando I d'Aragona, il quale gli aveva offerto un posto di medico a corte, tornò a Napoli. Durante il soggiorno instaura un legame confidenziale col celebre Pontano e si dedica alle discussioni geografiche, stimolato dalla recente scoperta dell'America. Sono anche gli anni dell'invasione francese di Carlo VIII, dell'abdicazione e della morte di re Alfonso II e della fuga da Napoli verso il Salento.
1501-11-11 21:25:08
RITORNO IN PUGLIA
Dopo la caduta della dinastia aragonese e l'esilio di Re Federico d'Aragona, di cui fu amico e medico, il Galateo decise di rientrare definitivamente nella terra natia. Qui tentò di rivivere, con grande nostalgia, l'atmosfera accademica napoletana presso l'Accademia Lupiensis di Lecce, la piccola corte di Isabella d'Aragona, figlia di Alfonso II, a Bari e attraverso scambi epistolari con i suoi contemporanei.
1501-11-11 21:25:08
BARI
Isabella d'Aragona si insediò insieme alla figlia Bona nel castello di Bari dal 1501. Ella si dimostrò ,nel governo della città, energica ed avviò un programma di opere pubbliche, risanando la città. Si impegnò culturalmente soprattutto nell'ambito dell'Accademia degli Incogniti che fondò nel castello, raccogliendo intorno a sè la ristretta corte di uomini dotti, tra questi Antonio De Ferrariis. Durante il suo regno, Bari diventò, dal punto di vista economico e commerciale, più vivace ed attrasse anche una colonia lombarda di nobili e mercanti. Antonio Galateo entrò a servizio della corte aragonese in qualità di medico, ma trovò in Isabella una protettrice che lo sostenne e lo incoraggiò anche nella sua attività umanistica.
1503-04-05 11:26:41
TESTIMONIANZA DELLA DISFIDA DI BARLETTA
A Bari esalta il successo dei tredici cavalieri che a Barletta hanno difeso l'onore d'Italia nello scontro con i francesi. La disfida di Barletta fu un duello tenutosi il 13 febbraio 1503 nella piana tra Andria e Corato, in territorio di Trani (all’epoca dei fatti sotto giurisdizione veneziana), fra tredici cavalieri italiani, sotto l’egida spagnola, e altrettanti cavalieri francesi, durante la Battaglia di Cerignola. Il confronto si concluse con la vittoria degli italiani.
1510-03-27 04:34:25
VISITA AL PONTEFICE GIULIO II
Durante una visita a Roma, donò al pontefice Giulio II una copia manoscritta della famosa donazione di Costantino, estratta dalla biblioteca di San Nicola di Casole a Otranto e contestata da Lorenzo Valla nel 1440. Tornato nel Salento, rimase vedovo e portò a compimento gli ultimi scritti.
1510-03-31 07:44:33
ROMA
Durante il pontificato di Giulio II, Roma viene trasformata dagli interventi architettonici e di urbanizzazione promossi dal papa stesso, mosso dall'aspirazione ad un potere egemonico. Questo suo progetto è stato reso possibile grazie all'architetto Donato Bramante, anche egli favorevole allo slancio urbanistico, autore della ristrutturazione dei più importanti edifici vaticani ma anche di significativi interventi urbanistici. L’immenso cantiere che si apre fin dai primi anni del secolo favorisce in breve tempo la fortuna della città e la sua affermazione come centro pulsante della produzione artistica internazionale.
1517-01-04 20:37:15
MORTE
Morì il 12 Novembre a Lecce nella sua abitazione indicata dall'epigrafe "Apollini Aesculapio et Musis". A lui è dedicato il cenotafio nella chiesa della Madonna del Rosario. L'epitafio inciso sulla sua tomba recita: *QUI NOVIT MEDICAS ARTES,ET SIDERA COELI /HAC GALATEUS HUMO CONDITUS ILLE JACET / QUI COELUM TERRAMQUE ANIMO CONCEPIT OLIMPUM / CERNITE MORTALES, QUAM BREVIS URNA TEGIT