Storia Romana
La storia di Roma
L'Impero romano (in latino Imperium Romanum ) è lo Stato romano consolidatosi nell'area euro-mediterranea tra il I secolo a.C. e il IV secolo.;xNLx;Le due date che generalmente identificano l'inizio e la fine di un'entità statuale unica sono il 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto, e il 395, allorquando, alla morte di Teodosio I, l'impero viene suddiviso in una pars occidentalis e in una orientalis. L'Impero romano d'Occidente si fa terminare per convenzione nel 476, anno in cui Odoacre depone l'ultimo imperatore legittimo, Romolo Augusto. La vita dell'Impero romano d'Oriente si protrarrà invece fino al momento della conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani nel 1453.;xNLx;Pur non essendo il più vasto impero mai esistito, spettando tale primato innanzitutto all'Impero Britannico e per continuità territoriale all'Impero Mongolo, quello di Roma è considerato il più grande in termini di gestione e qualità del territorio, di organizzazione socio-politica e di importanza del segno lasciato nella storia dell'umanità. In tutti i territori sui quali estesero i propri confini i romani costruirono città, strade, ponti, acquedotti, fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo assimilando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli ancora dopo la fine dell'impero queste genti continuarono a definirsi romane. La civiltà nata sulle rive del Tevere, cresciuta e diffusasi in epoca repubblicana ed infine sviluppatasi pienamente in età imperiale, è alla base dell'attuale civiltà occidentale.;xNLx;Oltre all'Impero romano d'Oriente, unico Stato successore a pieno titolo dell'Impero romano, le altre entità statuali che si rifecero ad esso, in Occidente (il Regno franco e il Sacro Romano Impero) ed in Oriente (l'Impero bulgaro prima, e successivamente la Russia degli Zar) continuarono ad usare i titoli adottati dall'Impero romano, sino all'epoca delle rivoluzioni e ancora oggi le istituzioni politiche, sociali e giuridiche delle democrazie occidentali si ispirano a Roma ed alla sua storia millenaria.
0014-05-03 05:22:10
Eneide
Ottaviano commissiona l'Eneide a Virgilio
0037-05-03 05:22:10
Tiberio
Tiberio Giulio Cesare Augusto (in latino: Tiberius Iulius Caesar Augustus; Roma, 16 novembre 42 a.C. – Miseno, 16 marzo 37) fu il secondo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, e governò dal 14 al 37. Discendente della gens Claudia, alla nascita ebbe il nome di Tiberio Claudio Nerone (Tiberius Claudius Nero). Fu adottato da Augusto nel 4, ed il suo nome mutò in Tiberio Giulio Cesare (Tiberius Iulius Caesar); alla morte del padre adottivo, il 19 agosto 14, ottenne il nome di Tiberio Giulio Cesare Augusto (Tiberius Iulius Caesar Augustus) e poté succedergli ufficialmente nel ruolo di princeps, sebbene già dall'anno 12 fosse stato associato nel governo dell'impero.
0041-05-03 05:22:10
Caligola
Gaio Giulio Cesare Germanico (latino: Gaius Iulius Caesar Germanicus; Anzio, 31 agosto 12 – Roma, 24 gennaio 41) , meglio conosciuto come Gaio Cesare o Caligola, fu il terzo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, e regnò dal 37 al 41. Suo padre Germanico, nipote e figlio adottivo dell'imperatore Tiberio, era un brillante generale e uno delle figure pubbliche più amate dal popolo romano. Le fonti storiche pervenute lo hanno reso noto per la sua stravaganza, eccentricità e depravazione, tramandandone un'immagine di despota. L'esiguità delle fonti fa comunque di Caligola il meno conosciuto di tutti gli imperatori della dinastia. Fu assassinato da un gruppo di sue guardie.
0044-05-03 05:22:10
Assassinio di Cesare
Cesare viene assassinato con 44 coltellate
0049 BC-12-31 00:00:00
Inizio della guerra civile con Pompeo
La Guerra civile romana del 49 a.C., nota anche come Guerra civile di Cesare, è uno degli ultimi conflitti sorti all'interno della Repubblica Romana. Essa consistette in una serie di scontri politici e militari fra Giulio Cesare, i suoi sostenitori politici, e le sue legioni, contro la fazione tradizionalista e conservatorista nel Senato Romano, chiamati anche Optimates, spalleggiata dalle legioni di Pompeo.
0052 BC-05-11 00:00:00
Cesare vince la battaglia di alesia
e conquista la gallia
0053 BC-05-11 00:00:00
Crasso sconfitto
Crasso sconfitto dai prati a Carre
0054-05-03 05:22:10
Claudio
0060 BC-05-11 00:00:00
Primo Triumvirato
Primo Triumvirato è il nome che gli storici hanno attribuito alla alleanza politica non ufficiale di Caio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso, e Gneo Pompeo Magno. Al contrario del Secondo Triumvirato, il Primo Triumvirato fu caratterizzato da un accordo strettamente privato e non ebbe valore ufficiale – il suo potere nello Stato romano derivò dall'influenza personale dei Triumviri nella politica della Repubblica – e fu di fatto mantenuto segreto per un po' di tempo come parte del progetto politico dei Triumviri stessi. Crasso e Pompeo erano stati colleghi consoli nel 70 a.C., quando avevano emanato una legge per il completo ripristino dei poteri dei tribuni della plebe (Lucio Cornelio Silla aveva di fatto tolto tutti i poteri ai tribuni della plebe ad eccezione dello ius auxiliandi, il diritto di aiutare un plebeo in caso di persecuzioni da parte di un magistrato patrizio). Tuttavia, fino a quel momento, i due uomini avevano avuto una notevole antipatia reciproca, giacché ognuno riteneva che l'altro avesse superato i propri limiti per aumentare la sua reputazione a spese del collega. Cesare prima riuscì a riconciliare i due uomini e poi unì la loro influenza alla sua per essere eletto console nel 59 a.C.; lui e Crasso erano già buoni amici e consolidò la sua alleanza con Pompeo dandogli in moglie la propria figlia Giulia. L'alleanza unì l'enorme popolarità di Cesare e la sua reputazione giuridica assieme all'enorme ricchezza di Crasso e la sua influenza nell'ordine equestre e con l'ugualmente spettacolare ricchezza e fama militare di Pompeo. Il Triumvirato fu mantenuto segreto finché il Senato non fece opposizione alla legge agraria proposta da Cesare che fondava colonie di cittadini Romani e distribuiva parti dell'ager publicus ai veterani di Pompeo. Cesare subito portò la sua proposta di legge di fronte all'assemblea della plebe (Concilium Plebis) con un discorso che lo vide fiancheggiato da Crasso a Pompeo, rivelando in questo modo la loro alleanza. La legge agraria di Cesare fu approvata, ed i Triumviri in seguito precedettero a sostenere l'elezione del demagogo Publio Clodio Pulcro a tribuno della plebe, sbarazzandosi con successo sia di Marco Tullio Cicerone che di Marco Porcio Catone, entrambi fieri oppositori dei Triumviri. Il Triumvirato proseguì con altri accordi a favore dei tre uomini. Cesare ebbe, in qualità di proconsole, il governo delle due parti della Gallia (Cisalpina e Transalpina) e dell'Illiria, con il comando di quattro legioni, per cinque anni; il nuovo suocero di Cesare, Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, fu eletto console per il 58 a.C. e Pompeo e Crasso ebbero un secondo consolato nel 55 a.C. Allora Pompeo e Crasso prolungarono il governo proconsolare di Cesare in Gallia per altri cinque anni e si assicurano come proconsoli il governo di entrambe le parti della Spagna (Hispania Citerior e Hispania Ulterior) e della Siria, per cinque anni. L'alleanza aveva permesso ai Triumviri di dominare la politica romana completamente, ma non poteva farsi indefinitamente carico degli ambizioni, degli egoismi e delle gelosie dei tre; Cesare e Crasso erano molto vicini, ma a Pompeo non piaceva Crasso e divenne sempre più invidioso dei successi spettacolari che Cesare aveva in Gallia, dove aveva conquistato ed annesso a Roma tutto il territorio dell'attuale Francia. La morte della figlia Giulia, moglie di Pompeo, durante un parto e l'ignominosa sconfitta e morte di Crasso alla Battaglia di Carre per mano dei Parti nel 53 a.C. pose di fatto termine all'alleanza. Pompeo era rimasto a Roma – aveva governato le sue province Spagnole per mezzo di legati – ed aveva avuto il controllo virtuale della città per tutto questo tempo. Gradualmente si allontanò sempre più dalla sua alleanza con Cesare, sposando la figlia di Quinto Cecilio Metello, uno dei boni, la fazione più conservatrice del Senato e strenuo avversario di Cesare. Pompeo fu eletto console senza collega nel 52 a.C. e prese parte all'opposizione politica che spinse Cesare ad attraversare il Rubicone nel 49 a.C., iniziando così la guerra civile romana. Pompeo fu nominato comandante in capo delle forze del Senato ma fu sconfitto dall'ex alleato Cesare nella Battaglia di Farsalo. Il successivo assassinio di Pompeo ad opera di Tolomeo in Egitto lasciò solo a Cesare il potere nel mondo romano.
0069-05-03 05:22:10
Nerone
Lucio Domizio Enobarbo Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico (latino: Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus; Anzio, 15 dicembre 37 – Roma, 9 giugno 68) è stato un imperatore romano. Nato con il nome di Lucio Domizio Enobarbo, fu il quinto ed ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia succedendo al suo padre adottivo Claudio nell'anno 54 e governò per quattordici anni fino al suicidio all'età di 30 anni. Per la sua politica favorevole al popolo fu inviso alla classe aristocratica, motivo per cui ne fu tramandata un'immagine di tiranno, parzialmente rivista dalla maggioranza degli storici moderni, i quali ritengono che non fosse né pazzo - come lo descrissero alcune fonti - né particolarmente crudele, ma che i suoi comportamenti fossero simili a quelli di altri imperatori non ugualmente giudicati; inoltre fu accusato del grande incendio di Roma, fatto da cui gli studiosi moderni tendono a discolparlo.
0073 BC-09-02 18:32:15
Rivolta di Spartaco
In origine Spartaco fu un pastore della Tracia, una regione balcanica tra il Mar Nero e il Mar Egeo. Forse perché costretto dalla miseria, aveva accettato di arruolarsi in un corpo ausiliario della milizia romana, dal quale però fuggì ben presto. Dichiarato disertore, venne cercato e trovato da "squadre speciali", che lo ridussero in schiavitù (la quale veniva sempre imposta ai disertori, ai prigionieri di guerra, e più in generale ai cosiddetti "barbari"). Dopodiché fu trasformato in gladiatore e venduto a Lentulo, un organizzatore di spettacoli di Capua. Ma Spartaco nel 73 a.C. riuscì a fuggire anche da qui, trascinando con sé circa 200 gladiatori di cui solo una settantina riuscirono a rifugiarsi presso il Vesuvio, da dove ebbero la meglio contro i primi inviati romani, guidati dai pretori Caio Clodio e P. Vatinio. Altra importante vittoria fu quella ottenuta contro il pretore Publio Varinio e i suoi luogotenenti: Spartaco riuscì a impadronirsi persino dei cavalli e dei simboli littori dell'esercito. Da questa posizione saccheggiavano la ricca regione campana. Altri schiavi, braccianti, contadini poveri, pastori dei territori circostanti cominciarono ad aderire alla rivolta. Sicché la linea di blocco posta intorno al Vesuvio fu spezzata e più divisioni romane furono sconfitte in Campania. Spartaco condusse gli schiavi nella parte sud della penisola, dove si aggregarono altre bande. Nell'inverno 73-72 a.C. l'esercito dei ribelli fu armato regolarmente.
0079-05-03 05:22:10
Tito
Tito Flavio Vespasiano (latino: Titus Flavius Vespasianus; Roma, 30 dicembre 39 – Aquae Cutiliae, 13 settembre 81) è stato un imperatore romano della dinastia dei Flavi. Prima di salire al trono, Tito fu un abile e stimato generale che si distinse per la repressione della ribellione in Giudea del 70, durante la quale venne distrutto il secondo tempio di Gerusalemme. Fu considerato un buon imperatore da Tacito e da altri storici contemporanei; è noto per il suo programma di opere pubbliche a Roma e per la sua generosità nel soccorrere la popolazione in seguito a due eventi disastrosi: l’eruzione del Vesuvio del 79 e l’incendio di Roma dell’80. Celebre è la definizione che diede di lui lo storico Svetonio: Amor ac deliciae generis humani, ovvero "amore e delizia del genere umano", per celebrare i vari meriti di Tito e del suo governo.
0082 BC-04-05 12:04:32
Vittoria e dittatura di Silla fine 3^ guerra civile
La dittatura di Silla passò alla storia per la ferocia. Nel biennio 82-81 a.C. Silla formò le cosidette liste di proscrizione (tabulae proscriptiones): erano delle liste nelle quali lo stesso Silla si produceva in un elenco di persone da eliminare, dichiarandole fuori legge e possibili di uccisione. Il metodo era dei più brutali, un classico delle dittature più efferate: si dice che le liste avessero gettato nel terrore chiunque, compresi gli amici, che probabilmente non erano esclusi da qualche arbitraria menzione. Silla condannò subito 40 senatori e circa 1.600 equites. Le esecuzioni avvenivano sul posto, dove il condannato si trovava al momento. I capi d'accusa erano fittizi o pretestuosi: una semplice conoscenza con alcuni oppositori, la presunta ospitalità a presunti nemici di Silla, e così via. Paralizzati dal clima di terrore, nessuno osava contrapporsi all'orgia di sangue. Silla, Crasso e lo stesso liberto di Silla, Crisogino, beneficiariono in particolare delle uccisioni dei più ricchi notabili (erano in molti fra quelli proscritti) per inglobare il loro patrimonio. Stesso meccanismo fu allargato a tutti i suoi uomini di fiducia. Silla affrancò poi 10.000 schiavi fra i puoi forti e abili, a suo tempo dichiarati fuori legge dai democratici, e ne fece la sua guardia personale, attribuendo loro il nome di Cornelii. Ai suoi 120.000 soldati riservò ampi appezzamenti di terra in tutta la penisola, un altro tassello nel reticolo di clientele che il dittatore stava formando nel tentativo di rendere stabile il suo potere. Fine 3^Guerra Civile La Guerra civile romana dell'82 a.C. vide il conflitto tra la fazione degli ottimati, guidata da Silla, e quella dei populares, o mariani perché seguaci del sette volte console Gaio Mario morto nell'86 a.C., guidata dai consoli Gaio Mario il Giovane e Gneo Papirio Carbone.
0133 BC-09-03 18:32:16
Distruzione di Numanzia
Roma distrugge Numanzia, capiatle della Spagna.
0146 BC-02-01 00:00:00
Distruzione di cartagine
Roma aveva lasciato Massinissa, re di Numidia, libero di riappropriarsi dei territori occupati da Cartagine e che un tempo gli erano appartenuti. Cartagine non potè sopportare a lungo quelli che riteneva soprusi e gli dichiarò guerra: questo fatto, naturalmente, costituiva una violazione del trattato di pace siglato nel 201 a.C. e Roma ne approfittò per stroncare Cartagine.
0202 BC-02-01 00:00:00
Vittoria a zama su annibale
La battaglia di Zama fu l'ultima battaglia della seconda guerra punica e determinò il definitivo ridimensionamento di Cartagine quale potenza militare e politica del Mar Mediterraneo. Fu combattuta il 18 ottobre 202 a.C. fra truppe romane e cartaginesi nella località di Zama.
0222 BC-02-01 00:00:00
Vittoria sui Galli
Roma vince contro i Galli
0241 BC-02-01 00:00:00
Vittoria della prima Guerra Punica
La prima guerra punica (264 - 241 a.C.) fu la prima di tre guerre combattute tra l'Antica Cartagine e la Repubblica romana. Per 20 anni, le due potenze si scontrarono per acquisire la supremazia nel Mar Mediterraneo occidentale, principalmente combattendo in Sicilia e nelle acque circostanti, ma anche in maniera minore nella penisola italiana e in Nordafrica. Cartagine era situata in quella che è l'odierna Tunisia ed era la potenza dominante del Mediterraneo occidentale all'inizio del conflitto. La Repubblica romana risultò vincitrice al termine della guerra e impose a Cartagine pesanti sanzioni economiche.
0272 BC-02-01 00:00:00
Vittoria contro Pirro e conquista di Taranto
Taranto strinse alleanza con Pirro, Re dell'Epiro, che inviò il suo luogotenente Milone con un esercito di circa 30.000 uomini e 20 elefanti e obbligò i Tarantini abili alle armi ad arruolarsi. Gli scontri tra Epiroti e Romani furono sempre durissimi e costosi in termini di vite umane: la famosa Battaglia di Heraclea del 280 a.C., che vide protagonisti il console romano Publio Valerio Levino e lo stesso Pirro, costò 7.000 morti, 2.000 prigionieri e 15.000 feriti ai Romani e 4.000 morti più un gran numero di feriti tra i greci. I successi degli Epiroti erano legati alla presenza degli elefanti da guerra, animali tanto imponenti, quanto sconosciuti fino ad allora ai Romani. La lega tarantino-epirota colse ancora un successo nella Battaglia di Ascoli Satriano del 279 a.C., ma, nonostante queste iniziali vittorie, Pirro, consapevole della potenza e dell'organizzazione dei suoi avversari e desideroso di crearsi un dominio personale in Italia, invece di risolvere il conflitto si spostò in Sicilia. I Romani, nel frattempo, si riorganizzarono e trovarono le contromisure alla presenza degli elefanti, per cui le sorti delle battaglie successive si spostarono sempre più a loro favore, tanto che Pirro non poté che stipulare un trattato con cui si impegnava ad abbandonare l'Italia, a patto però che si lasciasse tranquilla Taranto. Tuttavia, Roma tornò ben presto in campo contro i popoli del Mezzogiorno e Pirro fu nuovamente invitato a ritornare in Puglia. Le sconfitte di Pirro furono questa volta decisive, tanto che, dopo la disfatta di Malevento si ritirò in Grecia (dove morì poco dopo), lasciando a Taranto solo una piccola guarnigione comandata da Milone. I Tarantini l'aiuto di una flotta cartaginese con lo scopo di liberarsi del presidio epirota. Per tutta risposta, Milone consegnò la città al console romano Lucio Papirio Cursore che così cadde in potere dei Romani.
0290 BC-02-01 00:00:00
Vittoria contro Sanniti, Umbri, Galli ed Etruschi
Le Guerre sannitiche sono una serie di tre conflitti combattuti nell'arco di 67 anni dalla giovane Repubblica romana contro la popolazione italica dei Sanniti e numerosi loro alleati tra il IV ed il III secolo a.C. Le guerre, terminate tutte con la vittoria dei Romani (tranne la prima fase della seconda guerra), scaturirono dalla politica espansionistica dei due popoli che a quell'epoca si equivalevano militarmente e combattevano per conquistare l'egemonia nell'Italia centrale e meridionale oltre che per la conquista del porto magnogreco di Napoli. Roma sconfigge gli umbri. Un esercito Romano sotto Publio Cornelio Dolabella sconfigge gli Etruschi e i Galli.
0332-05-03 05:22:10
L'impero si divide
L'impero si divide in 2: d'oriente e d'occidente
0338 BC-02-01 00:00:00
Vittoria nella guerra contro i latini
La Guerra latina (340-338 a.C.) fu un conflitto combattuto tra la Repubblica Romana ed i suoi vicini, il popolo dei Latini. Si risolse in una vittoria romana, una disfatta della Lega Latina, e la definitiva acquisizione del territorio sotto l'influenza romana. Alla base del conflitto fu il desiderio delle popolazioni latine di essere equiparate a quelle di Roma; fu inviata una delegazione al Senato Romano per chiedere la formazione di una singola repubblica tra Roma ed il restante Latium, con un'equiparazione delle popolazioni dello stesso. I latini chiesero inoltre che un console fosse latino. Ma Roma, che era stata la città-guida nella Lega Latina, rifiutò le loro proposte sdegnosamente, dando il via alla guerra. Roma era in quel momento in guerra coi Sanniti (Prima Guerra Sannitica), coi quali fu firmato un armistizio. Con l'aiuto degli stessi Sanniti Roma attaccò i Latini. I romani portarono un attacco nei pressi del Vesuvio, guidati dai due consoli Publio Decio Mure e Tito Manlio Imperioso Torquato, sconfiggendo definitivamente i Latini, ma il console Publio Decio Mure morì nella battaglia. Un anno più tardi, Tito Manlio Imperioso Torquato sconfisse di nuovo i Latini nella Battaglia di Trifano. I Latini furono così costretti ad evacuare la Campania e a tornare nel Latium, dove ingaggiarono di nuovo battaglia coi romani. Tuttavia dovettero arrendersi, riconoscendo così il primato di Roma nella Lega Latina. Diverse città latine furono "romanizzate", altre dovettero adottare le magistrature romane, ed altre ancora divennero colonie romane.
0367 BC-02-01 00:00:00
Leggi licinie-sestie
Leggi Licinie Sestie (latino Leges Liciniae Sextiae) sono le leggi proposte dai tribuni Caio Licinio e Lucio Sestio Laterano nel 367 a.C. È il più importante e cruciale sviluppo della costituzione romana: al vertice dello Stato ci sono due consoli reintegrati completamente dopo l'abolizione dei tribuni militum consulari potestate, uno dei quali avrebbe dovuto essere plebeo (de consule plebeio). In realtà, dai dati in nostro possesso sembra piuttosto che la legge consentisse che uno dei due consoli fosse plebeo, ma non escludesse la possibilità che entrambi i magistrati fossero patrizi. Viene riservata ai patrizi la carica di pretore (latino: praetor) che amministra la giustizia («qui ius in urbe diceret»). Viene istituita l'edilità curule. A seguito di gravi tumulti verificatisi tra patrizi e plebei furono emanate tali leggi che rappresentano il culmine di un lungo processo storico, definito rivoluzione della plebe. Si ebbero tre rogazioni di queste leggi: De aere alieno : che le usure pagate si computassero a diminuzione del capitale e che i debitori potessero soddisfare i loro creditori in tre rate annue uguali De modo agrorum : che fosse vietato di possedere più di 500 iugeri di ager publicus e di far pascolare sui terreni pubblici più di 100 capi di bestiame grosso e 500 di minuto, e che ci si dovesse servire di una certa aliquota di lavoro libero De consule plebeio
0390 BC-02-01 00:00:00
Saccheggio di Roma
Il saccheggio di Roma da parte dei Galli Senoni di Brenno (390 a.C.): dopo la grande paura dell'invasione gallica moltissimi plebei si ritrovarono col problema di essersi impoveriti e idebitati oltremodo per ricostruire le proprie abitazioni. si chiesero molti prestiti che in molti casi finivano con la riduzione in schiavitù del povero malcapitato. poi sconfitti da Furio Camillo
0396 BC-02-01 00:00:00
Veio conquista la prima città etrusca
0450 BC-02-01 00:00:00
Leggi delle Dodici Tavole
Le leggi delle XII tavole (duodecim tabularum leges) è un corpo di leggi compilato nel 451-450 a.C. dai decemviri legibus scribundis, contenenti regole di diritto privato e pubblico. Rappresentano una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano, se si considerano le più antiche mores e lex regia. Sotto l'aspetto della storia del diritto romano, le Tavole costituiscono la prima redazione scritta di leggi nella storia di Roma. Le fonti antiche, per giustificare questa innovazione, parlano di contatti con Ermodoro di Efeso, discendente del filosofo Eraclito. In effetti proprio nel VI- V secolo il mondo greco conobbe la legislazione scritta. Secondo la versione tradizionale, tramandata dagli storici antichi, la creazione di un codice di leggi scritte sarebbe stata voluta dai plebei nel quadro delle lotte tra patrizi e plebei che si ebbero all'inizio dell'epoca repubblicana. In particolare, i plebei chiedevano un'attenuazione delle leggi contro i debitori insolventi e leggi scritte che limitassero l'arbitrio dei patrizi nell'amministrazione della giustizia. In quell'epoca, infatti, l'interpretazione del diritto era affidata al collegio sacerdotale dei pontefici, che era di esclusiva composizione patrizia. Esse furono considerate dai romani come fonte di tutto il diritto pubblico e privato (fons omnis publici privatique iuris -LIVIO 3,34,6-). Secondo lo storico Ettore Pais[1] i redattori non introdussero grandi novità, ma si sarebbero limitati a redigere per iscritto gli antichi mores.
0476-05-03 05:22:10
Cade l'impero d'Occidente
La caduta dell'Impero romano d'Occidente viene fissata formalmente dagli storici nel 476, anno in cui Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augusto.
0509 BC-02-01 00:00:00
Roma diventa Repubblica
La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. ed il 27 a.C., quando l'urbe fu governata da una oligarchia repubblicana. Nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente etrusca sulla città, ed al parallelo decadere delle istituzioni monarchiche. La sua fine viene invece convenzionalmente fatta coincidere, circa mezzo millennio dopo, con la fine di un lungo periodo di guerre civili che segnò de facto (benché formalmente non avvenne in riforma istituzionale) la fine della forma di governo repubblicana, a favore di quella del Principato.
0753 BC-02-01 00:00:00
Fondazione di Roma
Romolo fonda Roma